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L’IMMORTALITÀ – METRO

Diventeremo immortali? È quanto vogliono farci credere alcuni scienziati che da S. Francisco, conferenza della World Future Society, hanno sparato miracolosi messaggi all’umanità: grazie alla genetica, ai trapianti e alle nanotecnologie dal 2075 l’essere umano potrà vivere 200, 300 fino a 500 anni! Ringraziando questi scienziati per il futuro roseo che ci prospettano, vado a vedere che la World Future Society, che invita tutti a diventare suoi membri, basa il suo statuto su tutto ciò che noi possiamo conoscere sul futuro, prevederlo e cambiare il tempo, i sistemi, i cicli etc. Viene ovvio pensare che se organizza una conferenza dovrà portare acqua al suo mulino e giustificare la propria esistenza. Fin qui poco male, ognuno deve cercare di vivere come può. Prospettare al genere umano una vita immortale, però, è un’altra cosa. Ho già scritto che viviamo in un’epoca di onnipotenza patologica e questa storia sull’immortalità potrebbe aggravare un fenomeno già in essere: la negazione della morte quale evento naturale e connaturato ad ogni elemento vivente su questo pianeta. Il risultato è che molte persone non hanno più contatto con l’evento morte e, paradossalmente, non sono più in contatto con la vita! Se vuoi conoscere in pieno la vita devi accettare la morte. E poi, siamo sicuri che essere immortali o vivere 500 anni sia così bello? Non c’è solo una quantità, c’è soprattutto una qualità della vita. Riusciamo a immaginarci con due occhi di titanio, una gamba di plastica, un fegato un pancreas e un cuore biotech e i genitali trapiantati da un altro corpo? Siamo sicuri che questo è il desiderio dell’essere umano? Ho visto malati terminali implorare la morte perché vivere in condizioni degradanti era peggio che morire con dignità. Il dr. Poon dell’università della Georgia ha studiato il caso della persona più vecchia mai documentata (122 anni), Jeanne Louise Calment, verificando che le persone che arrivano ad età così avanzate sono tutt’altro che contente. Quando la World Future Society dichiara di voler esplorare il futuro mi viene di rispondere che è meglio saper vivere il presente, cosa che poche persone riescono a fare, le altre che non ci riescono sono piuttosto infelici. Il passato e il futuro non esistono, ma qualcuno vuole farci credere il contrario. Sarà perché non ci vogliono presenti nel presente? Viviamo in un continuum, un divenire in cui passato e futuro sono integrati in un’unica dimensione: qui e ora. Ringrazio il prof. Louria, della New Jersey Medical School, che ci rincuora informandoci che la manipolazione genetica e le nanotecnologie faranno vivere oltre i limiti immaginabili tutti gli esseri umani. Se tale vita avverrà non posso dirlo, ma in tal caso non parleremo più di esseri umani. In attesa che i posteri pronuncino l’ardua sentenza, continuerò ad aiutare le persone a vivere bene e altrettanto bene, se possibile, morire.