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ANGELI – METRO

Racconta una storia: due angeli viaggiatori si fermarono una notte presso la casa di una ricca famiglia molto avara. Marito e moglie concessero agli angeli solo un piccolo spazio per dormire sul freddo pavimento sotto il pergolato, fuori della casa. Prima di addormentarsi, il più vecchio degli angeli vide un buco nel muro e lo riparò. Quando l’angelo giovane gli chiese “perché ?” lui rispose:” le cose non sono sempre ciò che sembrano ” La notte successiva la coppia di angeli chiese ospitalità presso due contadini, marito e moglie molto poveri i quali, però, li accolsero con amore, divisero con loro il poco cibo che avevano e cedettero il proprio letto per farli riposare meglio. Al mattino gli angeli trovarono la coppia in lacrime perché la loro unica mucca, il solo bene che avevano, era morta. Il giovane angelo, infuriato, chiese al più vecchio spiegazioni: “alla prima famiglia che aveva tutto ed era avara e meschina hai fatto un favore” urlò, “a questi poveri contadini che ci hanno accolto con amore e generosità hai permesso che morisse la loro mucca! “. “Le cose non sono sempre ciò che sembrano” rispose l’angelo vecchio, “nel buco della prima casa c’era dell’oro nascosto, così, chiudendolo, ho impedito a quegli avidi di trovarlo. La notte scorsa, invece, l’angelo della morte venne per la contadina. Io al posto suo gli ho fatto prendere la mucca”. Quando tutto va storto il mondo sembra capovolgersi fino a crollarci addosso. D’improvviso si viene catapultati in un tunnel di solitudine e di angoscia. Allora paura e disperazione si impossessano di noi. La storia rappresenta il percorso che deve fare ogni persona malata. Cerco sempre di spiegare, a chi si rivolge a me, che la malattia non è cosa piacevole ed è sicuramente meglio evitarla; ma quando accade, quando ci coglie di sorpresa e ci spaventa nel buio delle notti solitarie dell’esistenza, quando ormai è arrivata ed è entrata nel nostro mondo e non possiamo più evitarla, allora ricordiamoci che “le cose non sono sempre ciò che sembrano”, che quel dolore, quell’alterazione funzionale o quel danno tessutale sono lì per dirci qualcosa e per darci qualcosa. Ci dicono di noi, raccontandoci cose che riguardano esclusivamente noi, aspetti del nostro essere che abbiamo dimenticato, ignorato o abbiamo fatto finta di non vedere. Ci danno un’opportunità perchè imparando qualcosa di profondo del nostro Sé possiamo cambiare. Il cambiamento è la fase più importante nell’evoluzione della specie così come nel processo evolutivo del singolo individuo. Una mia paziente, attraverso i dolori di stomaco capì il senso vero della sua vita e cambiò radicalmente lavoro, con gioia e soddisfazione conseguenti. Un uomo “utilizzò” il suo herpes zoster oculare per scoprire di provare più piacere ad amare che ad essere amato. Una donna soffrì per due anni di rettocolite ulcerosa prima di guarire e, contemporaneamente, cambiare il proprio carattere fino ad eliminare i sensi di colpa ancestrali che occupavano ogni gesto della sua vita da quando era bambina. Queste persone si congedarono da me dicendo: “le cose non sono sempre ciò che sembrano”. Storie di angeli, storie di malati, storie di tutti noi.