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Il termine counseling vuole significare “consiglio”. Chi offre una prestazione di counseling non si pone, quindi, come figura professionale specializzata sull’argomento specifico, ma come individuo formato e informato sull’argomento stesso. Il counselor è quindi una figura che è in grado di offrire consigli su un determinato campo. Counseling alimentare vuole quindi dire capacità di offrire opportuni spunti in ambito nutrizionale senza per questo attribuirsi il valore più completo e ampio di un nutrizionista.
Il medico omeopatico da sempre si è occupato di alimentazione, lo stesso Hahnemann, il fondatore dell’Omeopatia, dava nei suoi scritti indicazioni magistrali sull’osservazione di criteri alimentari adeguati.
Oggi molti medici si aggiornano e si formano in questo campo, gli omeopatici soprattutto, per dare al paziente, accanto a una terapia mirata sullo specifico problema, anche opportune indicazioni per aiutare il processo di cura anche attraverso il cibo.
Esiste poi anche un simbolismo del cibo, che io ho approfondito in molti anni di studio, che merita un discorso a parte.
Appurato che esiste un simbolismo degli organi, per cui un organo malato esprime oltre alla propria disfunzione biochimica e organica anche un messaggio simbolico, abbiamo osservato che anche il cibo ha simili valenze.
La carne, così, viene assimilata all’aggressività e quindi chi ha rifiuto per la carne può esprimere in questo modo il suo tentativo di allontanarsi da componenti aggressive che non sono solo al di fuori, anzi, più spesso, sono legate a rappresentazioni interne. Quindi “tenermi lontano dalla mia aggressività”.
La pasta presenta invece valenze simbolico materne. I grandi mangiatori di pasta sono spesso persone che cercano la madre in ogni forma, e se continuano a mangiare in modo smodato, vuol dire che non la trovano mai.
Un counseling alimentare deve quindi tener conto di numerosi fattori per potersi definire efficace per il paziente. La pesatura dei grammi appare molto meno importante della scelta legata all’abbinamento dei cibi, al tipo di cottura e al suo stesso simbolismo. La dieta non deve quindi essere una punizione, ma un modo per armonizzare se stessi riportando equilibrio e benessere in un corpo-psiche che lo aveva perduto.